Il Rumore del Mondo. Ovvero: è l'Amore il mio unico Dio.
di Sara Ascoli
Sono sdraiata al sole in una costosissima e sfarzosa piscina romana, con mia figlia che sguazza felice tra spruzzi e gridolini. Ed io?
Io mi percepisco sdraiata su un comodissimo lettino. Avverto intorno a me la gioia dei bambini, la noia degli adulti, il disappunto di chi è lì a lavorare, lo scontento di chi si aspettava non so cosa dall’estate appena entrante. Ammiro le vette dei pini e la loro ombra; ascolto attentamente il suono delle palline da tennis che rimbalzano sulla terra rossa dei campi nascosti alle mie spalle; vengo accarezzata dal vento e rinfrescata dagli effetti dei tuffi di Morgana.
Mi accorgo improvvisamente di avvertire tutto questo come fuori da me, lontano da me.
Per l’esattezza, mi rendo conto di essere lontana….”essere” non suona bene: di starmene lontana.
Ecco quella strana sensazione, familiare quanto scomoda: quell’amaro non-esserci, non-essere, che mi fa (e ci fa) vivere come dietro un vetro. Banalmente mi dico: ora non sono felice.
Fino a ieri ero gioia: ero albero che danzava al vento; ero onda irrequieta ed infinita; ero polvere lucente in un raggio di sole; ero la pelle morbida e profumata della mia bambina; ero il suo sonno ed i suoi gesti impacciati; ero il sorriso di un passante e il baffo teso della mia gatta; fino a ieri ero il suono delle parole nelle mie orecchie; ero la coda di lucertola abbandonata in fondo al parco; ero le urla di un ambulante ed il gesto meccanico di un barista; ero la volgarità di un uomo vestito bene e l’invisibilità di un senzatetto.
Oggi, improvvisamente avverto solitudine, isolamento, non senso. Tutto è bianco, accecante, fastidioso e più in là.
Presto ascolto alle mie sensazioni: mancanza, assenza, bisogno. Manca un amico con cui parlare; manca un maestro da cui imparare; manca denaro per partire lontano, perché avrei bisogno di andarmene lontano; manca il tempo per starmene da sola poiché avrei bisogno anche di stare sola, soprattutto ora che mi danno così noia i discorsi e visi altrui.
Mi guardo ancora intorno e avverto che giudico ogni micromimica facciale che incontro. E mi sorprendo a sentirmi giudicata per ogni mio respiro.
Sto osservando corpi affacciata al balcone del mio corpo!
Sono nell’ego. Prigioniera della mente e della sua nauseante emotività. E’ come se ti impastasse la bocca di un qualcosa di invadente e vischioso…. Ti dà arsura e ti priva la contempo della voglia di bere.
Il Drago avanza verso di me. Ed io ne ho coscienza. Ho piena coscienza di non essere in Amore. Sono la Paura che io stessa sto creando: paura di restare sola, paura di non farcela economicamente, paura di non divertirmi, paura di stancarmi, paura di perdere una gioiosa lezione di tennis, paura di annoiarmi sola a Roma in agosto…. E ad ogni secondo cerco conferme reali all’illusione che apparecchio in tavola, e di cui mi nutro. E si sa: chi cerca, trova!
Allora provo ad immaginarmi in altre situazioni, più piacevoli: cena con amici? Che noia dover parlare… partita di tennis? Sì, ma il mio servizio è deludente…passeggiata in centro? Sai che caos! Pizza? così domani mi sentirò come un palloncino… lettura? Non ho voglia….
E il Drago avanza pericolosamente.
Sì, ma cosa sta accadendo in questo istante?
Io …io…io…io… mi percepisco come un corpo, un involucro stanco e accaldato che contiene un sé (etimologicamente parlando “se” indica proprio la separazione!) distante dal mondo. Io qua, lui là. Come direttore d’orchestra una Mente sinistra, illusoria, ingannevole, ma a quanto pare, vincente. E poi, su tutto, il brusio di una Coscienza che non proviene né dal mio corpo, né dal mio sé, né dalla mia mente, né dalla scena estiva che si dispiega davanti ai miei occhi.
In questo istante non sono in grado di percepire Amore. Mi sforzo di mettere ogni voce a tacere….di eliminare il rumore di fondo, l’oblio….ma nulla: resta la nausea del nonessere.
Tutto ha confini, tutto ha bordi, limiti invalicabili, tutto è chiuso, segreto (dal latino secernere: mettere da parte, separare) ed io ho perso le chiavi d’accesso.
Nel 1927 Heisenberg presenta al mondo il suo “principio di indeterminazione”. Secondo tale principio, l’osservazione di un fenomeno condiziona il fenomeno stesso. Pertanto, attraverso l’osservazione non è possibile conoscere la realtà. E noi ormai sappiamo che non è necessario osservare qualcosa, basta pensare a qualcosa per condizionarne l’essenza.
Mi dico: ma se il pensiero costruisce (modifica) la realtà… “a sua immagine e somiglianza”, nella sua ombra, dev’essere perché pensiero e realtà sono una sola cosa. Dev’essere perché io e il mondo siamo una cosa sola!
E cosa sono io? Io Sono Amore.
E l’Amore irradia. Non può starsene fermo su una sdraio e chiuso in un corpo. Eppure il mio percepire oggi ha il sapore dei confini e della materia pesante, del tempo che sfugge, dell’illusione.
Mi ripeto che tutto è Uno. Che sono Uno. Che resto una goccia d’Amore indistinguibile dal mare d’Amore in cui mi sciolgo anche se oggi il Drago fa la voce grossa e la mia emotività rimane una sua prerogativa.
So bene che il mio sé, il mio corpo, la piscina intorno, i bimbi e gli adulti, i pini e le palline da tennis, il vento e gli spruzzi non sono fuori da me…e non sono neppure dentro di me. Sono. Io Sono tutto questo. Non c’è fuori, non c’è dentro. Lo so. E continuo a saperlo. So che se io cresco, tutto cresce attorno a me. La nausea è più lieve seppur ancora presente.
Mi arrendo.
Resterò in questo stato finché sarà necessario. Ci resterò con la consapevolezza di star fronteggiando il Drago. Così non apporterò volumi al corpo di dolore: non sto creando altre memorie di dolore, non sto gettando colpe e responsabilità fuori da me; non colleziono passato da rispolverare un giorno. Non c’è nulla di ostile o noioso o insensato lì fuori...poiché non c’è un fuori! C’è solo la mia mente al lavoro che come un personal trainer oggi mi riduce col fiato corto sul campo della mia consapevolezza.
Anche questo è un Dono. Della mia Anima, dei Miei Maestri, del mio Universo.
Sono in Amore anche se ora non posso sentirlo. Ma so che c’è…che non può mai smettere…e che sta lavorando per me.
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