LA STORIA DELL' ASINO FEDELE
In un piccolo villaggio della Mongolia vivevano un contadino e il suo asino. Si alzavano presto al mattino per andare a prendere l'acqua, caricare il raccolto e viaggiare per venderlo. L'uomo era molto grato al suo asino per l'aiuto che offriva in ogni mansione. Giunse il tempo della festa e per alcuni giorni non si poteva lavorare. Il contadino allora guardò l'asino e pensò che se pure fosse un compagno fedele nelle necessità e nel lavoro, con lui non poteva divertirsi. Perciò lasciò libero l'animale nei giorni del sacro e si recò solo ai festeggiamenti.
S'era fatta sera e mentre se ne tornava dalle celebrazioni tutto solo, col passo pesante e lento da uomo della terra, vide il suo asino saltare, correre e giocare assieme a dei cavalli.
Era felice e divertito, il suo asino.
Il contadino ne resto' molto stupito. Così si fece vicino al suo animale e disse: "asino mio, sono lieto di vederti così gioioso, ma devi avermi molto in odio poiché a me questa gioia non l'hai mai offerta".
L'asino rispose all'uomo: "mio padrone, è soltanto con la gioia di ricevere la tua attenzione che mi desto ogni alba per caricarmi d'acqua e raccolto. Con gioia porto su di me le merci acquistate in paese fin su al villaggio. Con gioia accetto la legna sul mio corpo affinché tu possa scaldarti e mangiare."
"Eppure, asino mio, io non ti ho mai visto correre e saltare".
"Padrone, ciò che tu chiedi io sono disposto ad essere. La mia gioia ha molte forme, come quella dell'attesa prima dell'alba, quando verrai ad aprire il mio recinto. Così mi vuoi e così mi offro. Mi hai chiesto la resistenza e il sacrificio, la presenza e la fede. Così mi hai avuto."
Mio asino caro, ti chiedo perdono per non averti mai chiesto la gioia festosa e l'entusiasmo credendo che tu non potessi offrire più del sacrificio".
"Padrone, oggi eri in festa e ti aspettavi intorno l'allegria. Eccomi qui ancora a servirti".
Il contadino si inginocchiò dinanzi al suo asino in commosso silenzio.
Poi, assieme, tornarono alla semplice dimora per il riposo.
L'indomani l'uomo uscì ancor prima dell'alba: si pose dinanzi al recinto in cui dormiva il suo asino. Si sedette a guardarlo e con il sorriso attese il suo risveglio.
Apprese a guardare, l'uomo della terra.
Imparò che lo sguardo che si offre è un dono. E che sino ad allora, i suoi occhi stanchi avevano offerto solo stanchezza.
L'asino dischiuse i suoi: vide il sorriso dell'uomo della terra e prese a correre, ragliare e saltellare in tondo per tutto il recinto. Si svegliarono così i polli e i galli presero a cantare; gli uccelli, dal frastuono, s'alzarono tutti assieme in un volo che svegliò un giovane vento che, pure, fece levare un po' di terra.
Anche l'umile uomo s'alzò.
E parve di molto.
Sii Reale
Sara Ascoli

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