ISOLAMENTO DELL'OMBRA E TERRORE DEL CONTAGIO


Questo momento è per tutti una lente di ingrandimento.
Su cosa?
Su se stessi e sulla propria esistenza.




La maggioranza tra noi adesso vive l'essenziale.
Il conto più salato lo paga il nostro ego che non può più mantenere in piedi i suoi intrattenimenti come la maschera sociale o quella professionale. Per molti sono venuti meno anche i giochi di ruolo sessuali, relazionali e tante altre abitudini.

Questo momento ha isolato il virus dell'ego e lo ha messo sotto la lente di ingrandimento.
Cosa si vede?
Cosa ognuno sta vedendo di se stesso?

Alcuni incontrano la propria Ombra: sono quegli aspetti di noi stessi che abbiamo fatto di tutto per non guardare e non mostrare. Ce ne vergognamo; li rifiutiamo; non li accettiamo in alcun modo.
E ora sono qui, a farci compagnia: come spettri infestanti che tentiamo di nascondere ancora sotto la parola "noia".

Ogni giorno sento diverse persone con le quali continuo, o ho appena intrapreso, un lavoro su se stessi attraverso la comunicazione telefonica e video. Quasi tutti mi riportano di incontrare tra le loro stanze il fantasma della noia.
Quanto potere ha questa entità! È terrificante; minacciosa, oscura  ...
Nessuno riesce ad avvicinarla: ognuno tenta, a suo modo, di scansarla: pulizie straordinarie; arte culinaria; giochi virtuali e persino fare la fila per la spesa diventano strategie di difesa contro l'entità della noia.

Come mai fa così paura?
La noia è solo un guardiano: piantona il limite che nessuno di noi osa valicare.
Cosa vive oltre quella frontiera?

La propria Ombra.
È il mondo dei morti, l'Ade di ognuno; il regno oscuro in cui ardono le fiamme delle passioni eppure tutto è gelido come lo è la morte. Lì, è sempre l'inverno dell'anima: il tempo non scorre e la luce non penetra. Per questo non si riesce a guardare: è il regno dell'invisibile; è buio e distante. Mette solo paura.

Chi è la divinità reggente di quell'oltretomba?
Chi ha messo la sentinella "noia" a guardia dei suoi accessi?
Chi ha confinato lì ombre e fantasmi?
Noi.

Ognuno di noi ha il proprio Ade: ognuno ne è a capo.
In quella desolazione vivono aspetti della nostra psiche, demoni, fragilità, virtù, vizi, peccati, condotte, tentazioni, paure.
Tutta la nostra esistenza cosciente l'abbiamo realizzata per scansare il nostro inferno personale: tutto ciò che facciamo e desideriamo è al servizio del mondo infero.
Il modo in cui ordiniamo le nostre giornate o le amicizie, il partner che abbiamo scelto, rispondono a una funzione principale: tenere l'Ombra confinata nell'ombra.

E adesso?
Ora che abbiamo perso quasi tutti i nostri salvagente, come si fa per restare a galla?

l'Ombra va incontrata, prima o poi: bisogna guardarla e riconoscersi.
È un processo che può avvenire attraverso molti modi: dall'analisi all'arte; per vie simboliche o spirituali; con la meditazione o la preghiera.

Ognuno di noi ha il compito di mettere alla Luce i propri demoni: di nutrirli affinché non divorino le nostre vite.
E, infine, di trasformarli: l'umiliazione diverrà umiltà; la rabbia sarà forza; il terrore dell'abbandono sarà indipendenza; l'indifferenza sarà distacco; la manipolazione, strategia; la paura diventerà disobbedienza sacra ed evolutiva.

L'Ombra è il terreno su cui poggiamo: è il nostro doppio che  occupa il mondo accanto ai nostri piedi. A volte è ridotta; altre è gigantesca.
Ci appartiene.
E chiede soltanto di essere vista e liberata.

Chi perde il contatto con la propria Ombra resterà per sempre un bambino sperduto: risucchiato a forza in un mondo immaginario a cui ha bisogno di credere ad ogni costo; dilaniato dalle distanze e convinto di essere stato abbandonato.

Chi ignora la propria Ombra vive nell'isola che non c'è.

Sii Reale
Sara Ascoli

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