RESISTENZA AL CAMBIAMENTO: L'ALCHIMIA DELLA FORZA VITALE


L'isolamento e la pandemia hanno distrutto certezze e abitudini per ognuno di noi.
Inducono alla ristrutturazione dell'idea di sé, all'osservazione di se stessi e al confronto con la propria Ombra.



Ma è di abitudini che oggi voglio parlare.
Cosa si cela sotto un'abitudine e perché è così difficile liberarsene?
Non parlo solo di gesti ordinari: le abitudini più insidiose si nascondono nel modo di pensare o di percepire il mondo e se stessi.

L'abitudine ha un potere immenso poiché poggia sulla ripetizione: ed è proprio attraverso la ripetizione che ognuno di noi diviene cocreatore del proprio universo esistenziale.

Ciò che si ripete, si ripete; ciò che si ripete informa l'ambiente come le nostre cellule; deposita una memoria e un seme; darà i medesimi frutti da cui cadranno altri semi, innescando così un copione ripetitivo che non lascia intravedere via di uscita alcuna.

Nella ripetizione dell'identico l'uomo avviluppa su se stesso: è un movimento centripeto ego riferito.

Di alcune tra le nostre abitudini non siamo neanche consapevoli: tale è il loro potere di ridurre la nostra forza vitale sino a renderci sonnambuli al mondo.
In molti usano l'espressione verbale: "è più forte di me" o "non posso resistere" magari relativamente al cibo, alla sessualità, a fobie, accessi di rabbia, a idee, condotte, sentimenti o altro ancora.

In questi impulsi si manifesta la propria natura animale ancora indomita. L'impulso selvaggio decide in nostra vece, ci controlla e ci usa per soddisfare i propri istinti.
Chi doma e poi sublima i propri impulsi, ne assorbe la preziosa spinta energetica, vitale: la forza.
Ciò implica il sapersi mettere in ascolto del proprio inconscio senza effettuare alcuna censura e tramutare le pulsioni cieche in forza vitale.

Molte persone ritengono che sia necessario avere una buona dose di energia per rompere con un'abitudine e ignorano, invece, che se ne ottiene ancora di più proprio infrangendo  le condotte apprese, l'addomesticamento di noi stessi.

Per semplificare, immaginate che l'abitudine equivalga alla posizione in folle del cambio della vostra auto: finché il veicolo riesca a sfruttare una spinta precedente o una discesa, lo vedrete muoversi. Il moto, in questo caso, dipende da fattori esterni o precedenti ma non possiede forza propria. Per imprimere nuova energia al vostro motore dovete cambiare marcia e spingere sul gas!
Non v'è dubbio che la posizione in folle sia più economica.
Eppure, dubito che vi porti lontano.
Così è l'abitudine: apparentemente vi sembra di risparmiare molta energia poiché non dovete pensare, scegliere. Ma non c'è vitalità in voi.
Sarà solo la possibilità di "cambiare marcia" a lanciarvi verso nuove velocità esistenziali.

Non da ultimo, va considerato che dietro ogni abitudine si cela un'idea di voi stessi (l'abito fa il monaco!): è come un vampiro energetico che si nutre della vostra vita; vi priva della forza e, letteralmente, vive al vostro posto.

"Non ce la faccio; non sono in grado; non mi interessa" sono alcuni dei modi di dire in cui si nasconde un'idea di noi stessi; come anche le espressioni "sono fatto così; se non lo faccio sto male; è il mio modo di vivere; etc;".

Ecco che infrangere un'abitudine diviene simile a infliggere un colpo mortale a un'idea di noi stessi.
Il punto più drammatico è che molti di noi sono identificati con quell'idea: credono di essere un'idea (sono una persona fragile, sensibile, permalosa, timida, abitudinaria!).
Da ciò, si evince che rompere un'abitudine possa essere vissuto come un annientamento del proprio Io, dell'identità personale; di se stessi.

Le abitudini e la ripetizione sono i mattoni fondanti dell'idea illusoria di persona. Sotto quest'abito l'anima rimane invisibile, almeno fin quando non si operi una demistificazione dell'idea di sé stessi.

Meta del lavoro dell'alchimista è riscoprire il proprio Dio interiore a cui si perviene solo dopo l'apertura del cuore: è l'amore incondizionato.
Per potervi accedere si procede lungo una  costante amplificazione dell'amore, un graduale aumento di realtà, ovvero, l'eliminazione degli impostori che vivono al nostro posto; le idee di noi stessi.

L'idea di sé ama solo riflettersi e confermarsi. Per sua natura, sarà avversa a tutto ciò che ne minacci la sopravvivenza. Va da sé che per raggiungere il cuore  alchemico sia indispensabile tagliare la gola a queste immagini di noi affinché non parlino più al nostro posto.

Schiarite la voce, dunque, e lasciate che a urlare sia la vostra anima.
Strappatevi l'abito incolore da Cenerentola docile e smarrita e indossate i colori sfolgoranti per danzare la vita!

Tratto da: CENERENTOLA: L'INGANNO, L'ANIMA E IL SANG REAL
Di Sara Ascoli

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