KARMA, DESTINO O RESPONSABILITÀ PERSONALE?
Lancio un intento: voglio smettere di fumare.
Il più delle volte la vita funziona proprio così:
Lanciamo un boomerang lontanissimo, fino a vederlo sparire. Siamo fieri del lancio: abbiamo il controllo della direzione, della forza impressa, dei venti a favore, della postura.
Siamo convinti che tutto sia sotto il nostro controllo e la nostra volontà.
Ma “nostro” di chi?
Quale parte di me voleva smettere di fumare?
Chi ha lanciato il boomerang?
L’ha fatto il bambino o l’adulto? L’idea di noi stessi o l’Essenza?
Il fatto è che in questa pretesa di controllo sul mondo non abbiamo quasi mai il controllo sulle voci interiori: ce n’è sempre qualcuna in disaccordo.
Per ogni desiderio c’è almeno una paura uguale e contraria.
Il boomerang sta per tornare indietro ma io sono ormai distratta da altro: altri desideri, altre paure che nemmeno ricordo più di averlo lanciato.
Di lì a poco, mi accendo una sigaretta e avverto che mi fa girare la testa: non riesco a fumarla e non posso più godere di questa dipendenza.
Dunque, maledico il mondo di avermi privata persino di questo piacere!
Il boomerang è tornato indietro da solo: non c’era la mia mano ad accompagnarlo e così non mi sono resa conto di averlo lanciato personalmente.
L’intento di smettere di fumare era il mio: è mia responsabilità.
Ma il boomerang mi ha colto di sorpresa: mi ha colpito dietro la testa quando meno me lo aspettavo e in un modo del tutto inatteso.
La presunzione umana non tollera la relazione con la Vita.
Non tollera che l’espressione di un intento attivi una relazione: a chi sto esprimendo? Con chi sto comunicando?
Con la Vita, con l’Universo.
E, in base al mio livello di presenza, consapevolezza, potere o energia, l’Universo attiverà una risposta, nei tempi e nei modi più pertinenti alla relazione instaurata.
Dunque, ho chiesto io di voler smettere di fumare. Ed è la mia richiesta a generare il capogiro.
L’esempio che vi ho mostrato è molto semplice. Ma provate a immaginare quanti effetti si possano innescare lanciando due o più intenti in opposizione tra loro!
Ora, per nostra fortuna, non tutti i lanci di boomerang hanno successo: in alcuni non mettiamo alcuna forza; in altri colpiamo un bersaglio che arresta subito il volo; spesso non abbiamo nessun potere e così poca energia che l’unico reale intento espresso corrisponde a voler disattivare la comunicazione con la Vita!
Quasi mai abbiamo consapevolezza:
👉dell’istanza che in noi ha pronunciato l’intento;
👉delle istanze contrarie all’intento;
👉della reale motivazione relativa al nostro intento (la vita risponde alla motivazione! Se volessi smettere di fumare per senso di colpa sarebbe differente dal volerlo per questioni di salute o di disciplina o semplicemente di esercizio della volontà)
👉di aver attivato una comunicazione con l’Universo e di non essere l’unico agente sul pianeta: devo aspettarmi una risposta.
👉del fatto che ogni mio intento o pensiero sufficientemente dotato di energia o ripetuto per un numero di volte sufficiente ad attivare una comunicazione con la Vita, implichi una responsabilità: l’esistenza non è colpevole, non ce l’ha con me. Sono io il responsabile degli effetti di ciò che accade. Attenzione: non di ciò che accade, ma dell’effetto prodotto su me dagli eventi. Non del capogiro ma dell’impossibilità a fumare data dal capogiro.
👉Infine, non siamo consapevoli di amministrare un potere e un’energia: se conoscessimo il nostro valore agiremmo, parleremmo, penseremmo diversamente.
Questa mancanza di consapevolezza ci fa sentire vittime della Vita o degli eventi; sfortunati o impotenti. Ma, soprattutto, ci fa perdere di vista la relazione con la Vita: siamo sedotti dalla forma esteriore degli accadimenti (il capogiro) e non dalla loro funzione, dal loro senso essenziale (smettere di fumare). Dal rifiuto della relazione con l’esistenza tutta nasce la pretesa dell’ego: “non è il modo giusto! Non è quello che ho chiesto!”
E ignoriamo, che ogni nostra esigenza o richiesta è, prima di tutto, la richiesta di una relazione: ogni volta che chiediamo qualcosa, il solo fatto di chiedere implica che stiamo chiedendo a qualcosa o qualcuno. E, dunque, chiediamo di non essere soli al mondo.
E non lo siamo affatto.
Ma è proprio questo che sembra turbarci quando ci accorgiamo che non tutto è sotto il nostro controllo.
#SiiReale

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