SENTO, DUNQUE SONO



La funzione principale della personalità è ridurre la consapevolezza.


La tendenza verso l’insensibilità accresce l’inconsapevolezza.


Ma cosa vuol dire innanzitutto essere sensibili o insensibili?


L’insensibilità ha sempre a che fare con la percezione del nostro corpo.


Per la maggior parte delle persone il proprio corpo è un arcipelago di blocchi e contrazioni fisiche il cui scopo è mantenere alcuni pensieri a livello dell’inconscio e lasciare alcune emozioni represse.


A chi giova tutto ciò? 


Alla nostra personalità.


È così che la personalità, il falso essere, si difende dalla verità della nostra Essenza, di ciò che realmente siamo, attraverso blocchi e rigidità.


Va da sé che insensibilità e sviluppo della personalità procedano di pari passo e a braccetto in direzione opposta all’Essenza: la nostra reale natura di cui abbiamo perso la memoria o da cui ci siamo sconnessi.


Ma cos’è l’Essenza?


Lasciamone la descrizione alle parole di uno tra i maggiori ricercatori nel campo: A. H. Almaas.

⭕“L’essenza non è solo l’unica parte di noi consapevole della propria esistenza: è ciò che esiste. Non è solo ciò che esiste, ma è l’esistenza stessa. Questa esistenza non è solo la vera natura dell’uomo, ma è la natura di tutto”.

⭕“Sono presente, significa: ciò che è reale in me è presente”.

⭕“È la nostra vera natura, indipendente da ogni condizionamento”.

⭕“Quando siamo noi stessi l’oggetto dell’esperienza, quando chi percepisce e ciò che viene percepito sono la stessa cosa. Questa è esattamente l’esperienza dell’essenza”.



Anche Gurjieff chiamò “essenza” la parte reale di noi, la parte che può avere l’esperienza dell’Io sono”. Definì l’essenza come la parte di noi che nasce con noi e non è il risultato dell’ambiente o dell’educazione.


La personalità nasce e si sviluppa proprio (e per reazione) alla perdita delle qualità essenziali e la conseguente separazione dal vero essere. Quando perdiamo la libertà e la gioia della nostra vera identità, incominciamo a vedere noi stessi e il mondo attraverso la sostanza illusoria della personalità, o falsa identità eretta (e costituita) su ferite, dolori e sofferenza.


Ognuno di noi percepisce emozioni e sentimenti sotto forma di sensazioni nel corpo. Ma se il proprio corpo è divenuto insensibile si perde la consapevolezza delle sensazioni come delle emozioni.


Se non mi sento, non posso comprendermi, né riconoscermi, né accettarmi. 

E nemmeno posso amarmi.

Conseguentemente, non potrò conoscere riconoscere, accettare, né amare.


Sensibilizzare il proprio corpo ha come scopo primario quello di divenire più consapevoli e aprire un primo, timido varco, al riconoscimento dell’essenza: di ciò che siamo veramente.


Non è un caso che al giorno d’oggi prolifichino sempre più sostanze (alcol, cibo, droghe), condotte (tutto il mercato mediatico, del virtuale e dell’immagine) e stili di vita (la fretta, il multitasking, il bisogno/dipendenza di tenersi impegnati) intenzionalmente promossi e adottati per alienare la sensibilità umana e, quindi, allontanarci sempre più dalla libertà essenziale.


Colui che non conosce se stesso è schiavo di un sistema esterno di regolamentazione.


Anche la personalità è un sistema esterno di regolamentazione.


Dunque qual è il sistema interno?


L’Essenza.


Allorché si sia appreso a riconoscere le emozioni nel proprio corpo si potrà finalmente applicare una capacità propria dell’individuo che si avvicini alla libertà: il discernimento.


L’essenza, infatti, è una sostanza con caratteristiche fisiche e, pertanto, può essere percepita.

Dacché anche l’essenza si manifesta nel nostro corpo attraverso delle sensazioni seppur più sottili delle precedenti, l’individuo che avrà affinato la propria sensibilità passerà al livello superiore: il discernimento tra le sensazioni meramente soggettive e corporee e quelle oggettive dell’essenza.


Nel mio “Cenerentola, l’inganno, l’anima e il Sang Real” questa fase è sollecitata da un fare simbolico e iniziatico cui la nostra eroina è guidata: separare, nella cenere, le lenticchie dai ceci.


Per giungere al sacro discernimento non è sufficiente una mente pacifica. È necessario un corpo sensibile, allenato all’identificazione libera del proprio sentire. Un tale organismo non presenta a livello muscolare blocchi, corazze, armature o tensioni.


Secondo W. Reich fin da piccoli, per far fronte a un ambiente che non dà spazio ai nostri bisogni, impariamo a bloccare alcune parti di noi, quelle parti che non sono accettate dagli altri. Ad esempio, se da bimbi abbiamo provato rabbia ma non potevamo esprimerla poiché non ben accettata dai nostri genitori, abbiamo imparato a bloccarla a livello psicologico e a livello fisico (un grido può venire congelato nella gola serrando la mascella). Se queste modalità si ripetono nel tempo, il blocco emotivo e la contrattura fisica si cronicizzano e l’uomo diventa prigioniero di una “corazza” muscolare e caratteriale formata da tutti quegli atteggiamenti sviluppati per bloccare il corso delle emozioni. 


L’ energia si blocca nelle parti del corpo coinvolte che diventano sede di tensioni e conflitti emotivi.

Isolare tramite contrazioni le energie, emozioni e relative corazze corporee, equivale a isolare la nostra sensibilità: la capacità di sentirci, di esserci e di sentire l’altro, il mondo. E, viceversa, quando non possiamo entrare totalmente in contatto con l’altro, non possiamo neanche sentire noi stessi totalmente: non avvertiamo e non abbiamo disponibilità della nostra totale energia. Ci percepiamo carenti e così percepiamo l’altro: sempre mancante di qualcosa, di quel qualcosa che non attiviamo, che non è presente, in noi stessi.


“Lo stato di presenza”, di cui tanto si parla negli ambienti olistici, si stabilisce proprio attraverso il riconoscimento dell’essenza nel corpo (è presenza dell’essenza), il cui prerequisito è una risvegliata sensibilità e, quindi, libertà da blocchi e tensioni che impediscono il naturale fluire dell’energia emotiva.


Quando, a seguito di un adeguato lavoro di consapevolezza corporea, il corpo si risveglia, si risvegliano anche le facoltà percettive più sottili.


Risvegliare il corpo vuol dire proprio liberarlo dalle difese inconsce che la personalità erige contro il nostro Super-io o giudice interiore (“non sta bene mostrare rabbia”). 


Liberarsi da queste difese equivale anche a purificare i chakra: si tratta di alcuni dei centri energetici presenti nel nostro corpo, i più superficiali, interessati nel livello delle emozioni, nei processi mentali e nel funzionamento fisiologico. Questi centri smettono di funzionare correttamente proprio a causa della nostra corazza muscolare e delle tensioni psicofisiche.


Il lavoro combinato tra la biosistemica*, ideata dal mio maestro Jerome Liss, e le conoscenze sviluppate da A.H. Almaas sull’Essenza, consentono di operare sulle istanze del super-io abbinando alcune specifiche tecniche corporee ed energetiche. 

Questo modello rappresenta un ottimo metodo di liberazione e purificazione dell’energia emotiva, restituendo, in tal modo, una rinnovata vitalità e sensibilità all’individuo.


*Biosistemica: approccio integrato a mediazione corporea che riassume in sé le sue dirette ascendenze: la componente biologica e quella sistemica. Si basa sull’idea che ci siano processi fisiologici inconsapevoli che sono alla base delle nostre difficoltà emotive e che questi processi fisiologici debbano essere trasformati. Un’inibizione prolungata dell’azione crea una serie di squilibri psicofisiologici che inducono nella persona uno stato di disagio e/o patologia psicofisica. Quando lo squilibrio diventa cronico, nell’organismo si ha la soppressione dell’adrenalina e un anormale innalzamento dei corticosteroidi e della noradrenalina (“ormoni dello stress”). Dal punto di vista psicologico e comportamentale, si assiste all’instaurarsi di un quadro di ansia e depressione.


Riferimenti


• H. Almaas: “Essenza. Il Nucleo Divino nell’Uomo.” Ed. Crisalide 1999.

• W. Reich: “Analisi del carattere”. Ed Sugarco 1973.

• D. Boadella- J. Liss “La psicoterapia del corpo. Le nuove frontiere tra corpo e mente.” Ed Astrolabio Ubaldini 1986.

• J.Liss- M. Stupiggia “Dalla sofferenza all’emozione. L’approccio biosistemico al trattamento psico-corporeo della sofferenza emotiva.” Ed. Francoangeli 2018.

• S. Ascoli “Cenerentola: l’inganno, l’anima e il Sang Real. Dalla causa dell’ignoranza alla comprensione del cuore.” Ed. Gilgamesh 2020.


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