IL REGNO DEI CIELI E LA SFIDA DELLA COERENZA: LA MADRE E L’ARCHETIPO


 


Quando iniziai a lavorare sugli istinti ignoravo la portata della relativa antica tecnica di sublimazione. Ignoravo giustamente le possibilità di espansione della coscienza e la connessa facoltà di accedere al mondo come archetipo.


Poi, semplicemente accadde.


È così che al mio cuore si rivelò una realtà che trascuravo e di cui ora prendevo a fare esperienza seppure fosse da sempre stata sotto i miei occhi. 


Ma invisibile.


È questo uno dei traguardi cui si perviene attraverso il lavoro sugli istinti e sulla sessualità mistica: la congiunzione tra visibile e invisibile.


E ogni conflitto diviene coerenza.


Per spiegarlo oggi parlerò di uno dei massimi oggetti di conflitto per chiunque: la figura materna.


Mia madre ha certamente un dominante conservativo: confini granitici e inviolabili; bisogno di comfort; avarizia; necessità ossessiva di sentirsi a casa in ogni circostanza pena l’esclusione fendente dell’incongruenza; accumulo seriale di ogni bene utile e inutile; isolamento preventivo; rimuginazione; ostinazione; autoreferenzialità; capacità di misurare, parcellizzare e conservare anche l’aria; invisibilità inavvicinabile; sublime padronanza delle proprie indubitabili ragioni.


Mia madre ha sempre manifestato una coerenza massima in un livello di coscienza minimale: le proprie istanze interiori obbediscono unanimi a un unico superiore principio ordinante. Nessun conflitto interno tra le parti può aver luogo nel suo minuscolo regno elettivo della coerenza.


Proprio grazie a questa coerenza è stata capace, nel corso della sua esistenza, di ottenere  tutto ciò che ha saputo desiderare laddove la sua brama più ardente era restare indisturbata, comoda, sfaccendata benestante, servita e riverita in una monolitica celebrazione della propria inconcedibile grandezza.  


Apparentemente ha ottenuto tutto questo scegliendo la follia e una  confortevole degenza protetta. 

Questo è visibile e pornografico.


Ciò che è invisibile e Sacro è che mia madre ha raggiunto tutti i suoi zeri bancari e una posizione di indiscutibile e autorevole comando attraverso il potere della coerenza: non ha mai dubitato di sé o delle proprie ragioni;  non ha mai impiegato un aggettivo svalutante per definirsi; ha agito sempre conformemente ai propri, pochi, principi, senza mai tradire se stessa per nulla e per nessuno; non si è mai ritenuta meno che perfetta; non ha mai emulato nessuno; mai preso idee in prestito; mai compiaciuto anima viva; mai mostrato insicurezza o vacillato in cedimenti; mai un senso di colpa.


In ognuno di noi c’è il divino e, seppur al proprio minimo livello di coscienza, questa donna  ha inconsapevolmente adorato il proprio divino interiore a cui tutta la sua piccola realtà si è dovuta piegare manifestando ogni suo capriccio.


Seppur a un elementare livello di coscienza istintuale, questa donna ha esercitato con ferrea volontà un tale livello di coerenza da far fruttare al massimo i talenti del suo istinto conservativo: mai un errore in investimenti oltremodo redditizi, salute fisica eccellente e una grande casa.


Suo malgrado, mia madre è una maestra. Incarna un archetipo: la forza della coerenza interiore, della pace e dell’armonia tra le nostre parti interne, l’amore per se stessi.


Poco importa che questo archetipo abbia abitato un’ottava inferiore: ciò che insegna è una legge di respiro universale.


Così come questo essere ha preso su di sé il peso, le responsabilità, le conseguenze e il potere di incarnare a questo livello l’archetipo della coerenza/armonia interiore, è compito di quanti ne hanno inteso e onorato l’informazione veicolata, sviluppare l’archetipo in ottave superiori, ovvero al di là di un’anima animale/istintuale.


“Quando di due farete uno solo, diventerete figli dell’Uomo e se direte ‘montagna spostati‘, quella si sposterà”.

 Nel Vangelo di Tommaso, Gesù spiega che per connettersi con la “Sorgente eterna” della creazione, bisogna raggiungere l’armonia tra sensazioni, pensieri ed emozioni. Questo si può ottenere solo superando ogni dualismo mentale, ogni conflitto interiore.


“Perciò io dico, quando uno sarà indiviso sarà ricolmo di luce ma quando è diviso sarà ricolmo di tenebre”. 

Questa frase invita ancora una volta al superamento delle dualità: per influenzare il mondo esterno dobbiamo riconoscerlo come parte di noi. 


Come entrare nel Regno dei Cieli?

La risposta: “quando farete del due Uno e quando farete l’interno come l’esterno e l’esterno come l’interno e il sopra come il sotto e il sotto come il sopra”.


La sfida di ognuno è trasportare questa coerenza a livelli ogni giorno superiori.


Nel cammino di evoluzione, prima personale e poi spirituale, si perviene ben presto a comprendere che non esiste buono o cattivo, giusto o sbagliato. Ben presto, la propria ombra Viene alla luce e con essa anche invidie, rabbia, gelosia, egocentrismo, manipolazione, avarizia…


Come raggiungere l’armonia tra la propria avarizia e il desiderio di essere considerati buoni e  generosi?

Come accordare tutte le proprie istanze interiori affinché nessuna soccomba?


L’Alchimia degli istinti e la mistica sessuale includono una antica prassi ermetica proprio per realizzare questa Unione.

Attraverso questa prassi alchemica si perviene a quel livello di coscienza per cui il mondo, l’altro e la realtà non sono più un susseguirsi incongruente e caotico di immagini bensì il Regno in cui l’Archetipo parla e si rivela; in cui comprendere è intuire e fare è una preghiera.

 

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