SESSUALITÀ EVOLUTIVA: LA PINEALE E IL SAPER SCEGLIERE

 


Fare l'amore con la vita così come saper scegliere il partner giusto è una qualità dell'Anima.


Lo è saper dire no quando è no e si quando è sì.


Di mezzo alla scelta quotidianamente si  immettono i nostri 3 istinti con i loro bisogni e paure legate alla biologia della sopravvivenza: "resterò solo/a; mi fa sentire amato/a; mi fa sentire di essere qualcosa: attraente, intelligente, meno sfigato/a; mi distoglie dal sentire me stessa/o che non voglio sentire; mi fa sentire ciò che di me non voglio sentire; è troppo o troppo poco per me, etc".


 E noi, illusi,  chiamiamo rotte del destino quant'è tentazione orfana del senso discriminativo.


È, questo senso, una qualità dell'Anima e una specifica tappa dell'Opera alchemica: Venere in Bilancia, colei che governa le funzioni della ghiandola pineale, il ponte che permette di passare dalla bellezza ipnotica e sensibile (infrarossi) a  quella cosciente e sovrasensibile (ultravioletto). 


Il senso discriminativo consente il discernimento tra le illusioni indorate (immagini) e il reale; colloca il nostro vivere in una sfera evolutiva e animica (il Sacro), o nel copione sterile della dimensione materica (profano) oppure all’inferno (fa di noi oggetti di proiezioni altrui).


La ghiandola pineale svolge questa  funzione di filtrare la luce (informazione: immagini del mondo visibile) e tradurre lo spettro di colori nel linguaggio energetico originario epurato dall’illusione delle forme e dei nomi.


Tale funzione era naturalmente più sviluppata nelle civiltà pregresse in cui l'analogia era il parametro interpretativo del reale.

Oggi, in cui non l'analogico bensì il logico domina e mutila la funzione percettiva, il discernimento (valutativo, discriminativo e del cuore) è sottomesso alla libido mentale (i nostri tre istinti) e alle sue lusinghe di potere con promesse di un piacere che mercifica il nostro sentire.


Ecco che ci ritroviamo a condurre vite estranee a ciò che siamo; a unirci con frammenti di vita o di partner a cui avremmo dovuto dire di no: sentiamo di aver perso occasioni e opportunità; sentiamo solitudine incolmabile. 

O non sentiamo più.


Non aver sviluppato “Venere in bilancia” è il risultato di una protratta sottomissione  e identificazione con ruoli e  libido istintuali.


Tuttavia la tradizione mistica e alchemica hanno maturato una specifica pratica attraverso la quale è possibile elevare la coscienza di sé dalla sfera personale (istintuale) a quella collettiva, transpersonale, per seguire l'esperienza reale e non quella immaginata (l'immagine riflessa nel mondo).


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#SiiReale

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