LA FUNZIONE DESIDERIO: FUOCO E FALLIMENTO Alchimia evolutiva

 



"Apprendere ad essere nel mondo ma non del mondo". Così insegnava Gesù.


Ma come ci si può accostare al mondo senza restarne sedotti e contagiati?


Gli antichi e sacri saperi indicano, tra le tante, una via: la funzione del Desiderio.


Il desiderio è calore, fuoco e fiamma e il fuoco, si sa, purifica e rende possibile la trasformazione della materia, quindi di noi stessi. 


Tuttavia è necessario apprendere a disciplinare l’arte del fuoco come quella del desiderio.


La funzione evolutiva del Desiderio prevede che questo sia svincolato da motivazioni egoiche, da attaccamenti. Quindi libero da passioni, ricerca di piacere; da essere strumento di conferma per un’idea di sé; da brama di potere; da attrazione o repulsione. 


Padroneggiando “il gregge dei sensi” - citando la Bhagavadgītā – si può eseguire qualunque azione per la purificazione del proprio sé: anche desiderare.


Il desiderio, come il calore, ha bisogno di crescere, focalizzarsi, trovare la sua direzione: non l’oggetto di ambizione accende il Sacro fuoco; il conseguimento del fine, anzi, ne spegne il moto. 


Affinché il Desiderio assolva la reale funzione per cui è concepito (accrescere il fuoco interiore) è d'obbligo "non sostituire al Sole sfolgorante il debole riflesso della Luna. Occorre che tu separi l'Immortale dal mortale, il Reale dall'irreale" (citando Raphael e il suo "La triplice via del Fuoco").


La brama dell’oggetto da conseguire funge soltanto da innesco.


Quando le proprie intenzioni e azioni hanno cause nel mondo manifesto, noi agiamo sempre per attrazione o repulsione, desiderio o paura, cupidigia, invidia, ira, etc. Illusi che si possa trovare piacere, potere, Felici, negli oggetti sensibili.


Quanti “no” abbiamo ricevuto nel corso della nostra esistenza? 


Li abbiamo chiamati: rifiuti, fallimenti, frustrazioni, interruzioni, opposizioni, abbandoni, assenze, ritrattazione, disconoscimento, ferite, lutti, delusioni, tradimenti, sogni infranti.


Eppure, i “no” della vita sono inneschi supplementari affinché la combustione interna segua un andamento disciplinato e durevole; la fiamma si faccia viva e capace; il calore sciolga la materia fissa e coaguli i fluidi.


Il nostro materiale indurito, come il proprio passato ispessito, necessita di calore lento e continuativo per essere distillato, sublimato, illuminato.


Una fiamma che avvampa troppo in fretta si consumerà prima d’aver terminato l’opera sacra di trasformazione di noi stessi.


Ecco che ciò che abbiamo chiamato rifiuto o fallimento era altresì nuovo combustibile accorso ad alimentare la fiamma affinché purificasse la nostra materia grezza.


Chi sono quando desidero e agisco senza causa personale?


Apprendere la funzione Desiderio è una delle vie attraverso cui liberarsi del proprio ego (inconscio) e realizzare se stessi come un Sacro vuoto che lo Spirito possa abitare.


Tratto da “Cenerentola: l’Inganno, l’Anima e il Sang Real” di Sara Ascoli, Gilgamesh Edizioni.


#SiiReale

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