Sterco e stelle. Ovvero: ora ti insegnamo ad amare (Parte I)
PARTE I: PREMESSA. LILA O NAMASTE'.
Finito di piovere il sole si levava pallido su Roma…l’erba riprendeva
a respirare e io mi figuravo già di indossare le scarpette e librarmi in una
dieci km campestre. Avevo proprio voglia di correre quella mattina. Ero così
piena di energie e l’aria così frizzante da far credere che tutto questo ben di
Dio meritasse una possente celebrazione!
Presi le scarpe: districai i doppi nodi ai lacci e nel
contempo decisi di aprire la posta sul mio pc.
Sentivo crescere
ancora di più l’energia dentro e intorno a me… ah che corsa mi aspettava! …
percepivo totalmente il mio corpo e il
mio respiro come pronti ad espandersi …
Sentivo la vita pulsare nei miei muscoli, nella pelle, battere al ritmo del mio
cuore …chi ama correre sa esattamente di cosa sto parlando!
Infilai la destra mentre il mio server di posta terminava il
download. Iniziai a combattere con i denti sul nodo della scarpa sinistra
mentre feci scorrere il puntatore del mouse sui messaggi di mio interesse …
Calzai infine pure la sinistra e allacciai bene mentre presi
a leggere Il Messaggio….
A volte è così. Quasi sempre lo è.
Mi ricorda un film di qualche anno fa: The butterfly effect.
Lì il protagonista soleva leggere suoi scritti, un suo diario se non sbaglio,
per viaggiare in altre dimensioni spazio temporali. Insomma la scrittura era la
sua Porta. Così accade per me sempre più spesso. Basta una parola o una frase
per spostare la comunicazione dal Mondo delle cose ai Miei (Maestri).
Una volta scrivevo anche di mia iniziativa. O forse di mia
iniziativa non ho mai fatto realmente nulla. Forse sono sempre stata , come tutti
noi, più o meno consapevolmente, una canna in cui far risuonare la Sacra
Sinfonia del Vento. Dio è come un Soffio a casa mia.
Con le stringhe ben allacciate iniziai a scrivere.
Prima di riportare l’ultima conversazione con i Miei è
doveroso almeno un accenno a ciò che in
accordo con il Loro Volere è necessaria Premessa. Pertanto questo post
rappresenta solo la Premessa.
Tutto ha inizio.. o meglio: il Tutto ha inizio da quel Gioco
Cosmico che in sanscrito si esprime con il vocabolo «līlā». Con questo
termine nelle filosofie monistiche
dell’India si indica la natura ludica del mondo materiale, espressione
illusoria di un gioco divino giocato dall’Universo. Ciò che è fenomenico,
manifesto, è velo di maya, cela l’Assoluto e invita senza sosta a scivolare
sull’impressione che gli Uomini siano separati dal Brahman, Assoluto.
Lila ( o Leela) è il Gioco della Vita. Esiste un
Universo/Dio increato ed immanifesto, è L’Uno indiviso, l’Infinito,
l’Assoluto, che decide di manifestarsi.
A tal fine, sceglie di infondersi quale Spirito Divino in ciò che crea come
Menti Consapevoli, e le crea a sua Immagine ...vale a dire che queste Menti
Consapevoli, che partecipano delle medesime facoltà Divine ,sono l’immagine, il
riflesso visibile dell’Universo/Dio.
Si parla di un Dio allo specchio, qui. Bene. Quindi c’è uno
specchio in cui si riflette il Nulla poiché L’Universo/Dio era immanifesto.
Quindi c’è solo uno Specchio. Ed è
questo l’Universo/Dio.
Da qui l’Uno immanifesto incomincia a plasmare dinanzi a sé
quelle Menti Consapevoli quali sue immagini.
Quindi sulla confezione di Leela, Il Gioco della Vita,
troveremmo scritto: contenuto del Gioco
- uno specchio -svariate Menti
Consapevoli che in esso si riflettono. Istruzioni: la Creazione dell’Universo implica che l’Unità si sdoppi.
Così è per qualsiasi creazione: la creazione dell’Universo è
ora; è ogni volta. L’Infinito si specchia in se stesso, in unità divise che
giocano alla separazione. Quale altra possibilità avrebbe avuto l'Universo/Dio
per ri-conoscersi se non quella di sdoppiarsi?
L’Universo/Assoluto è
uno specchio in cui si riflette il Sé. Dunque cosa è l’Universo? È il Sé. Lela
è il Sé che si specchia in Sé stesso. E’ L’Io Sono: questa è la qualifica di
Dio. “Io Sono il Signore Dio Tuo”. Badate bene, dice Sono Tuo: Ti appartengo,
sono la Tua Divinità, il Tuo essere una Divinità, la Tua qualità/facoltà
divina. Riesci a vederTi? Specchiati.
Sei Dio.
E L’Io Sono non ha attributi: è Io Sono e basta. Poiché li
contiene tutti, o meglio: ogni attributo è una sfera che l’Infinito ha colmato
del suo Spirito. Anche qui: Dio crea gli attributi che però lo contengono.
Stessa cosa vale per la Mente Consapevole:
al contempo prodotto e demiurgo di Dio.
Lo specchio, si sa, è un gioco di infiniti rimandi. Pertanto
avremo l’Uno (Io Sono), in veste di Specchio Cosmico che moltiplica
infinitamente l’immagine di Sé in un interminabile numero di Menti Consapevoli
poste dinanzi ad Esso.
A questo punto vi chiedo di non cercare di “capire":
assumere una bella espressione da punto interrogativo sul finale è quanto di
più appropriato all’apertura del Cuore richiesta per vedere tale Disegno. La
mente, per ciò che oggi è l’umana mente, non può e non deve "capire".
La moltitudine di Menti Consapevoli è dinanzi allo Specchio.
Ma in ogni Mente Consapevole è serbato lo
Spirito dell’Uno immanifesto ed è questo Uno che si specchia. E’ questo che
cerca l’Immagine di Sé.
Cosa accade dunque? La Moltitudine di Menti Consapevoli si
specchia e ciò che si riflette nello Specchio è una Moltitudine di Uno-indistinti.
Sara qui stai esagerando: o è una Moltitudine oppure è un
Uno! Vocifera la mia mente (che dell'originaria Mente Consapevole non ha più
nulla...ma questa è un'altra storia).
Questo è il guaio delle parole.
D’accordo: quell’Universo-indistinto, immanifesto, Infinito
e Assoluto è ciò che nella Genesi biblica si presenta con il nome di ‘Elohiym.
‘Elohiym non è, come solitamente si è stati addestrati a pensare, il nome di
una divinità, ma di un gruppo, di una pluralità divina. In ebraico antico è un
sostantivo plurale, eppure è Uno, letteralmente è il Divenire. E difatti
diviene, come abbiamo visto.
Dopo la celeberrima “cacciata” dall’Eden, a guardia di
questa cinta temporale (‘Eden in ebraico
antico sta per “recinto nel tempo”. Cit.
in Il Libro della Creazione. Igor Sibaldi. Edizioni Frassinelli, 2011, pag 252)
viene posto un Kerubin con una spada
fiammeggiante. Kerubin letteralmente sta a significare “come una moltitudine”
(ibid. pag 291), mentre per la spada,
come ci ricorda Igor Sibaldi “ è uno specchio,
la larga lama delle spade antiche riflette il volto di chi la giarda –
ed è l’immagine riflessa a <<girare su se stessa>>, per inversione
speculare. Ma come strumento di dissuasione, la spada-specchio si rivelerà
efficacissima” (ibid. pag. 292). Ecco
brevemente accennata un’altra versione (più nostrana) di Leela! Dinanzi al
Kerubino-specchio la Mente Conscia deve essere in grado di riconoscersi
per avere nuovamente libero accesso
all’Eden.
Orbene, il Cherubino è COME una moltitudine. E quel come è
fondamentale.
Torniamo al nostro Gioco. Vi è uno Specchio. Dinanzi ad esso
una Moltitudine di Menti Consapevoli. Ognuna di esse da forma e immagine all’Uno Immanifesto. Ognuna di esse riflette
questa essenza nello Specchio. Quindi avremo nello Specchio una Moltitudine di
Uno: Come una Moltitudine.
Ed ancora, ogni Molteplice-Uno verrà proiettato nuovamente
fuori dallo Specchio plasmandosi in innumerevoli altre Menti Consapevoli che
osserveranno ancora allo Specchio prendere forma la propria natura divina Una e
Infinita.
Uno e Infinito è il
gioco di Leela.
E’ come trovarsi al
centro di una stanza fatta solo di specchi. La nostra immagine si rifletterà
all’infinito, sempre più lontana, sempre più piccina, e Dio-Uno è in ogni più
impercettibile dettaglio. Io Sono Dio, Tu Sei Dio: Namastè! Le qualità divine
che sono in Me si inchinano alle qualità divine che sono in Te.
E' in questo infinito moltiplicarsi che risiede l’illusione
della separazione;in questo è il concetto di altri, di mondo: in finale tutto è
Uno. Ma bisogna riconquistarselo.
Sara Ascoli
Sii Reale
Contattami al 33875043217
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Sempre interessante ciò che scrivi
RispondiEliminaTe ne sono grata. Namastè <3
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