Non puoi creare la tua vita. Conversazioni con i Maestri.
“Alcuni hanno visto sin lì. Tra questi ce ne sono di
consapevoli. Altri hanno guardato ma senza vedere. Eppure siedono lì anch’essi.
Nel frattempo molti di voi vagano e non si fermano a guardare. Se vuoi puoi
vederlo. Guarda: ogni scritta è al contrario. Guarda meglio: ogni cosa è al
contrario. Quando riesci a volare, quando sbatti le tue ali e non le tieni più
sempre giù a ciondolare, puoi salire. E’ tutto ciò che ti occorre. Ora sai che
ciò che sembra non è. Ora che non hai più bisogno di avere la terra sotto i
piedi, ora che sai lasciare le tue ali alla corrente è naturale per te vedere
in un essere che ti critica la sua paura, piuttosto che sbattere contro l’odio.
È naturale vedere che gli sciamani fumano non per elevare la loro coscienza ma
per restare a terra; è naturale vedere in una malattia un messaggero di Luce e
non una punizione divina; vedere in un tamponamento un pronto soccorso
economico e non un danno. Ora puoi volare davvero”.
Alle frequenze in cui quotidianamente viviamo incontriamo
tremila ostacoli sul nostro percorso. Si vola basso o per lo più si striscia.
Tutto è più alto di noi, tutto è più grande di noi. Tutto è ostacolo. Una
parola detta male da chi amiamo, una delusione di un amico, il mancato
riconoscimento della nostra sensibilità, la perdita di denaro o anche solo di
tempo; tutto, anche un pensiero può danneggiarci a quelle frequenze lì. E ci
ritroviamo a combattere contro mulini a vento poiché in ogni cosa scorgiamo un
apparente nemico. Apparente.
Appare. Così appare. La maggior parte di noi si blocca là.
Altri sembrano svegliarsi e attivarsi e si interrogano sul perché di quelle
cose: stanno ancora combattendo contro quei mulini. Per anni abbiamo sentito
ripetere da chi ne sapeva più di noi: “ogni cosa ha una sua ragione, non esiste
il caso: comprendi il motivo e te ne libererai”. Ma da cosa dovrei liberarmi?
Io oggi dico: non combattiamo. Smettiamo di chiederci il perché. Cancelliamo la
parola perché dal nostro vocabolario. Perché è un tentacolo che ci afferra e ci
stringe nella sua morsa. Non saremo comunque mai soddisfatti da nessuna delle
nostre risposte agli infiniti perché.
“È sempre come chiedersi
perché oggi ci sia quella nuvola ad oscurare il sole. Il punto è che
senza sole non ci sarebbe nemmeno quella nuvola. Riesci a vedere sin qui?
Quella nuvola è prodotta dal sole. Il perché oggi si trovi proprio lì è
l’arroganza della vostra mente che si sostituisce a Dio, alla Coscienza”.
Perché, perché, perché …
voglio dominare questo evento con i miei perché; voglio
sapere, voglio capire: siccome sono stato tirato dentro questa situazione mio
malgrado voglio almeno poterne dominare le ragioni occulte, le motivazioni.
Perché mi ha lasciato? Perché non trovo lavoro? Perché mi sono ammalata? Perché
non sono mai soddisfatta di nulla? Perché non ho amici?
Mi addobbo a festa con una risposta: ora so!!! Ho scoperto
il trucco del Prestidigitatore: so perché fa così!
E per un po’ me ne starò buona coni miei perché, almeno
sino a quando non andrò ad urtare contro
il prossimo ostacolo: ma perché l’hanno messo proprio qui?
“Ogni perché combatte la Fede. Ogni perché distrugge la tua
unica forza. Il perché è un gioco di riposta all’illusione dei vostri sensi” .
Ogni perchè è illusione: è in ludus, nel gioco. Siamo nel
gioco, nel gioco sacro. Un calderone di apparenze e inganni: di sensi
invertiti. Questo Lila (gioco in
sanscrito) è stato apparentemente voluto da Dio per rendere più stimolante la
ricerca della nostra Anima, il cammino di ritorno verso l’Uno. L’oggetto del
nostro desiderio viene prontamente nascosto o notevolmente allontanato da noi.
Così si parte alla volta: della felicità, di un amore, di ricchezza, di salute.
Qualsiasi sia l’esito della nostra ricerca ciò che realmente troveremo non è
mai l’oggetto bramato. Quel che si scopre davvero è che ciò che cercavamo è
solo un’illusione. È il gioco. E questo gioco non è realmente voluto da Dio. È
il gioco della nostra mente. È lei che proietta e crea illusione. Ciò che
invece si trova è sempre se stessi e questo è un prodotto divino.
Ma cosa vuol dire trovare se stessi? Tutti parlano del
ricordo di sé, del conosci te stesso … ma di cosa si tratta? Cosa troverò? Cosa
devo cercare?
“Nulla. Nulla è la risposta giusta per entrambe le domande.
Primo: non devi cercare nulla. Tutto è già qui. Tu sei già qui, ma non ci sei
come un Tu, ma come Io Sono. Secondo: nulla. Non troverai nulla poiché ogni tua
considerazione, ogni tuo pensiero è un atto della mente. Se trovi te stesso,
trovi un te personale, trovi ancora un ego. Ancora qualcosa che si reputa il
centro del mondo. Ma quanti centri del
mondo possono esistere? Il centro è uno solo. Siamo tutti Uno. Quindi non
troverai te stesso. L’idea di maya o lila, di dualità, è solo una forma della
vostra mente, è il vostro vedere attraverso gli occhi della mente. Non
permettere alla mente di alloggiare nei tuoi occhi. Tutto ciò che puoi dire,
che puoi descrivere, quella non sei tu. Quelli sono solo pensieri. Solo
pensieri. Voi ritenete che il pensare abbia un certo valore perché così vi è
stato insegnato. Ma nulla ha più vita di un bambino appena nato o di un albero,
di un fiore …eppure non vi sono pensieri lì. Non mettere il tuo essere in
nessun contesto, non definirti attraverso un contesto. Diventa colui che non
porta nulla con sé, colui che è privo di associazioni”.
E di questo non trovare Nulla nella nostra bocca resta il
sapore della morte.
Nulla = morte. Sapete l’origine della parola nulla? Nulla,
ne ullus (non alcuno) è un termine che deriva dalla contrazione del vocabolo
originario unulus, o uniculus,
diminutivo di UNO, unus! “Non troverete nulla. O troverete L’Uno”. Cerca
te stesso e troverai l’Uno.
Bene. Come si fa a trovare nulla, l’Uno?
“Da voi tutto è mente: non create, non immaginate, solo
guardate. Non create neppure un concetto del guardare: solo guardate. Non
guardate in modo paranoico. Non guardate come se foste incantati davanti
un’opera d’arte. Guardate solo che le azioni prendono avvio da voi; siete voi
che le create, ne create le condizioni. Quando siete in identificazione con la
situazione intorno a voi tutto diventa personale. Personale vuol dire io, ego.
La vostra attenzione, l’attaccamento è là comunque. Che si tratti del desiderio
di rivivere ciò che vi ha fatto star bene o di evitare ciò che vi ha creato
disagio voi vi affacciate al mondo solo con la vostra memoria. Perché ricordate
certi eventi e ne dimenticate altri? Si tratta solo di vostri condizionamenti.
Vi identificate con l’idea di voi stessi felici o l’idea di voi stessi soli e
abbandonati ed è quell’idea, quel pensiero che cercate di riprodurre o di
evitare. Non usate quasi mai i vostri occhi per guardare: sempre quelli sono i
vostri ricordi”.
Ma alle volte immaginiamo, vediamo con gli occhi della
nostra immaginazione… ci sono molte teorie in voga negli ultimi anni che spronano
all’immaginazione decantandone i poteri e le illimitate possibilità: immaginare
ciò che vogliamo essere, ciò che desideriamo …immaginare il meglio …
“Bene. Va a cercare il significato occulto, velato, del
termine Immaginare”.
Immaginare= in me mago agere. Va bene? E’ questo? In me
agisce il mago. Lasciar agire il mago
dentro di me.
“ Cosa è il mago?”
Mhh... Mago deriva da magnus, grande, ma è anche
purificatore, colui che brucia e ricava le essenze!!!!!! E così è conoscitore.
Grande purificatore e conoscitore.
"Immaginare non è creare castelli con la mente, come
sino ad oggi avete fatto. E’ esattamente il contrario. Bruciare l’illusione.
Del gioco resta solo l’essenza: l’Essere, l’Io Sono, l’Uno , il Nulla. Mago è
colui che sa immaginare se stesso al di là del gioco, che non è nel gioco, in
ludus, nell’illusione. Mago è chi vive nel Nulla"
Fa paura.
“Fa paura solo perché ancora associate a queste parole i
vostri condizionamenti, le vostre memorie, i vostri attributi. Il nulla per voi è la perdita di qualsiasi
cosa, equivale alla morte. Ciò che temete di perdere sono solo attributi della persona. Vorreste essere così o vi aspettate di dover essere in un altro
modo, vorreste che gli altri vi vedessero per questo o quello, che vi amassero
per questo o quel motivo, per questa o quella dote o qualità. Ciò che temete di
perdere sono solo attributi della vostra idea dell’Essere. Ciò che cercate di
ottenere sono solo attributi della vostra idea di Essere. Persino con la
felicità è così, quando vi dite: voglio essere felice, voglio essere in salute,
voglio essere in amore: sono solo attributi. Non c’è nulla da guadagnare e
nulla da perdere. Non c’è nulla. O c’è solo il Nulla. Immaginare è dunque la
più alta delle possibilità riservata a voi uomini. Purificare dall’illusione e
riuscire a vedere come vede il grande Mago”.
Ecco che l’immaginazione viene a coincidere con
l’accettazione e la fede. Accettazione, a, indicante intenzione e cepere,
ricevere. Non un’accettazione passiva dunque, ma un’intenzione disciplinata a
ricevere. L’immaginazione non è un atto incontrollato, lasciato al caso… è un
atto libero, nel senso di liberato dai condizionamenti. Proviamo dunque a
immaginare oltre l’illusione. Proviamo ad immaginare che al di là dei nostri
pensieri negativi ed alle preoccupazioni c’è sempre un luogo di Coscienza che è
pace pura. Proviamo ad immaginare che quella pace possa raggiungere anche il
nostro ego narcisisticamente masochista, proviamo ad immaginare che quella pace
permei la nostra mente, poiché mente ed ego non possono comunque prescindere
dalla Coscienza. Dall’Uno.
“Prova ad immaginare libera dai condizionamenti. Non stai
creando, non stai attirando alcunché. Ti stai solo risvegliando. È ciò che
accade con il sogno. Tu immagini al di là dei limiti e vivi al di là dei
limiti. Ora accorgiti di possedere quella coscienza anche da sveglia. Non
creare, partecipa della creazione. Accorgiti di esserne parte e contenitore.
Non si tratta di sottrarre a Dio o al destino un aumento di stipendio o un
grande amore. Si tratta di accettare in ogni istante ciò che da Dio stai
ricevendo pur senza perdere la facoltà di vedere e vivere fuori dai limiti
dell’illusione. Questo è il mago, il grande: colui che non vede i limiti, che
sì è dotato di una visone più grande. Scorge l’essenza, l’Essere. Ma non se ne
fa un’immagine, vede al di là dell’azione caotica, al di là
dell’identificazione. L’immaginazione come l’avete usata sino ad oggi è
rifiuto, è resistenza, è ostacolo alla Fede. Voi abitualmente immaginate ciò
che non avete con la speranza di portarlo nelle vostre vite”.
E' per questo che la legge dell'attrazione a volte funziona
e altre volte no. Quando ciò che immaginiamo è già sulla nostra strada allora
ci giungerà. Quando è prodotto della mente resistente non lo avremo.
“Non potete creare la vostra vita. La vostra vita è già stata creata. Potete crearne le condizioni. Ma ricorda che l’Io Sono è puro e incondizionato. E’ solo la vostra mente che ha bisogno di pensarsi in un certo qual modo piuttosto che in un altro”.
È vero che siamo liberi di crearci le nostre vite. Ognuno di
noi può creare miliardi di identificazioni e vivere di quel ruolo. Questa è il
libero arbitrio, la libertà di sbagliare
di cui parlano i Maestri. Per il resto che libertà abbiamo? Come posso creare
chi sono? Io sono e basta. Cosa devo creare? Un attributo? È ego, è mente. Sì,
posso rendermi ricca e felice, non c’è impedimento celeste a questo, ma sono
attributi. Questo mi avvicinerebbe all’Uno? Al Nulla? No. Con i nostri
condizionamenti e con le nostre condizioni possiamo fare ciò che vogliamo
…questo è il libero arbitrio. A Dio non importa nulla di tutto questo: è nel
gioco inludus, certo, quindi è possibile. Ma sono le creazioni della mia mente,
sono le condizioni necessarie alla mia mente per pensarsi, per costruire
un’idea di me stessa, ma non è lo scopo del gioco, né uno dei suoi strumenti. È
gioco.
Io magari non lo capisco e a volte non sono d’accordo, ma
questo mondo lo accetto: segui la corrente, tutti i fiumi finiscono in mare. Il
viaggio non richiede una spiegazione, ma solo passeggeri. È a questo che
servite voi. Non mettetevi limiti.
(tratto da waking
life)
Link al filmato integrale. Waking Life. Risvegliare la vita
Sara ascoli
Sii Reale
Contattami al 3387503217
grazie per la tua amicizia.
RispondiEliminasono io che ringrazio Te per avermi accolta :)
RispondiEliminaCiao Sara. Non so chi per primo abbia inventato questa fesseria che poi tutti copiano senza verificarla, ma IMMAGINARE non viene affatto dal latino "in me mago agere". Anche perché sarebbe un latino completamente sgrammaticato. Infatti la forma corretta, eventualmente, dovrebbe essere "in me MAGUS AGIT".
RispondiEliminaMa comunque proprio non viene da là. Viene invece dal latino "imago" che significa "immagine" e che a sua volta deriva dalla radice indoeuropea *YEM (che vuol dire "doppio", "doppio risultato", "doppia copia"). La stessa radice da cui viene anche "imitare".