Del perché e del per come non siete nati schiavi ma vi piace esserlo. Conversazioni con i Maestri

Quando ci innamoriamo lo facciamo perché reagiamo all’aspetto o al comportamento di una persona. È affascinate, è seducente, è sicuro/a di sé, è intelligente, ci piace il suo modo di pensare, di fare di sentire … noi reagiamo a tutto questo. Non stiamo scegliendo. Ci lasciamo sedurre.  Seduzione vuol dire condurre a sé. L’altro ci conduce a sé. In tutto questo: dove è il nostro Se?  Ogni cosa può sedurci quando non siamo coscienti del nostro proprio Se. Anche l’offesa dell’altro a cui rispondiamo con la nostra rabbia, ci sta seducendo.
Nel gioco tra partner,  come in ogni altra situazione, crediamo di giocare una partita in cui ci siano più giocatori, in cui la nostra mossa dipenda dalle mosse dell’altro. È seduzione, sempre. Questo gioco della vita è come il golf( o viceversa: è il golf a riprodurre lo schema divino della vita) siamo soli con la pallina e la buca. Non c’è avversario. Sono io. Io Sono. E in questo non c’è vittoria, né sconfitta.  Si gioca per giocare, per scoprire noi stessi.

Che libertà di scelta abbiamo se ci lasciamo sempre sedurre da qualcuno o qualcosa? Se non facciamo che dire: “mi sono innamorato… e che ci posso fare?”  Che libertà è questa? Quale poterestiamo esercitando? Siamo burattini e basta.

L’idea romantica dell’amore a cui non possiamo sottrarci è in fine solo un’idea. È narcosi della mente. La mente usa questa idea dell’amore per apparire più forte. La mente ha sempre bisogno di nascondersi dietro una qualche idea: del passato, di chi sono, dell’altro, di un principio, del senso comune, etc.  E noi –accidiosi- l’assecondiamo raccontandoci poeticamente (poesia: dal greco poiesis che attiene a poieo, invento)  che contro l’amore non si può fare nulla.

Questa è illusione ed inganno.

La verità è che ci piace tanto non avere il completo controllo delle situazioni. Ci piace sapere che c’è sempre qualcosa o qualcuno più forte e più grande di noi a cui attribuire la responsabilità della nostra vita, delle nostre azioni, del nostro sentire. Ma così non è. Non c’è nessun altro in campo. Ci sono soltanto Io.

L’amore non è qualcosa che si fa, qualcosa che l’altro suscita in me: l’amore non si  subisce passivamente. Come per ogni cosa… come per ogni cosa: l’Amore lo si è.

Smettiamo allora di fare con il solo scopo di  poterci sentire qualcuno che fa quella cosa.  Iniziamo ad Essere e in quanto tali facciamo ciò che siamo. È l’inverso.
Sono amore quindi SCELGO di avere una relazione d’amore.  Che senso ha ancora dire: “ci frequentiamo da un pò, ancora non so se la amo o no?” Chi è che decide cosa provare? L’altro, gli eventi? Cosa? La convenienza di stare con una persona difficile, o ricca o bella o accomodante o stimolante? Siamo sempre il risultato degli effetti di qualcosa. Questo appena descritto è il fare di una marionetta, non un Essere  libero.

Un essere libero, quale siamo tutti noi,  (che se ne abbia coscienza o no lo siamo, siamo stati creati così)  sceglie di amare.



Conversazioni con i Maestri:

Negli ultimi tempi  rivendicate sempre più il vostro libero arbitrio quando poi ciò che vediamo è il venir meno persino del  coraggio di attuare la più piccola delle libertà che vi sia stata offerta.

Il comico vi fa ridere, il libro vi fa piangere, il mare vi fa sentire bene, il fidanzato vi fa sentire amati, un piatto caldo e aromatizzato vi fa venire fame, la crisi economica vi fa sentire poveri, quell’abito vi fa sentire belli, l’attenzione dell’altro vi fa sentire importanti, il rimprovero di un superiore vi fa sentire incompetenti, un fallimento vi fa sentire inadatti, etc… Reazioni. Siete cosi pieni di pulsanti, di bottoni: basta premere quello giusto e chiunque è in grado di farvi fare, farvi dire, farvi pensare… persino farvi provare qualsiasi cosa voglia. Ai più basta una nuvola in cielo per suscitare in essi tristezza o malinconia; una notizia data per radio o al telegiornale per far nascere rabbia o apprensione.

 E chiedete il libero arbitrio? Non siete padroni del vostro stomaco; non siete padroni del vostro istinto sessuale; non siete padroni del vostro corpo; non lo siete dei pensieri; non lo siete dei sentimenti. E chiedete ancora il libero arbitrio?

Come potete mai sperimentare la vostra forza, il potere, la volontà di resistere alla seduzione di un cibo se non avete mai digiunato? Come potete padroneggiare la vostra energia sessuale se non avete mai resistito alla seduzione di un corpo o persino alla sua idea? Come potete considerarvi padroni del vostro corpo se cedete ad ogni suo capriccio? Come potrete mai mettere a tacere i pensieri se vi lasciate insinuare da ogni voce? Come potete essere i signori del vostro cuore se v’è sempre qualcun altro a dettare legge?

Vi comportate come schiavi; vivete da schiavi: è ciò che scegliete in ogni istante.

Rabbrividite al solo pensiero di poter scegliere una relazione senza dovervi prima sentire sedotti, affascinati, innamorati di qualcun altro. E questa passività, questa passione, la chiamate poesia, essenza della vita.  Non è per reagire ad uno stimolo che siete stai creati. Non è per essere schiavi. Venite al mondo in tutta la libertà che si addice ad un Dio.

Potete scegliere di avere una relazione, di amare una persona in ogni istante. Potete scegliere di amare il suo modo di vestire, di amare i suoi odori, i suoi malesseri, i suoi silenzi, il suo parlare a vanvera, la sua rabbia, la sua indifferenza… potete scegliere di Amare. Sempre è in voi questo potere. Esso è ciò che siete.

Ora voi chiederete : “e allora cosa è una relazione? Cosa si condivide con l’altro? Se non è più ciò che l’altro mi fa sentire ciò che posso condividere… allora cosa?”

È ciò che siete, non ciò che l’altro vi fa essere che potete condividere. Condividere il vostro Essere con l’altro, ma a prescindere dall’altro.

Non vi sono mai più giocatori di uno soltanto in campo. Non è il vostro modo di essere o di fare che va condiviso: quello è un modo, un modo che con il tempo cambierà. E’ il vostro Essere. Non gli effetti e le conseguenze del vostro fare, ma qualcosa che è privo di effetti e che non reagisce agli stimoli. Qualcosa che è.


Siate padroni di voi stessi se non volete essere schiavi.

Potete dirvi: “Io voglio avere una relazione, io voglio fare l’esperienza di una relazione lunga e d’amore. Scelgo di sperimentare l’Essere in una relazione; e non il mio reagire ad un’altra persona che mi fa sentire pronto, adatto, appagato, amato per poter quindi dire che finalmente è la persona giusta”. Siete sempre voi la persona giusta.

 Ma giusta per cosa?  Per amare? Per relazionarvi? Per avere compagnia? Per passare del tempo? Per sapere cosa fare la domenica? Per  essere qualcuno? Un padre, una moglie, un compagno, un amante?  Smettete di essere l’effetto di qualcosa e accorgetevi di esserne la causa.

Pensate troppo alle conseguenze, ai risultati, e poco a ciò che siete, alla causa prima. Dovrete esercitarvi di più a pensare come un Dio. Finalizzate ogni cosa… fate qualsiasi cosa con lo scopo di ottenere o di evitarne altre. Smettetela di  finalizzare la vostra vita. Fate le cose per ciò che siete. Siete Amore e Libertà: è questo che dovete mettere nelle vostre azioni. In qualsiasi di esse. Fate ciò che volete ma fatelo con il massimo del vostro impegno, mettendo tutti voi stessi (che è sempre: amore, libertà, coscienza). Fate per il gusto di mettere il vostro Essere in opera. E niente di più. Questo può darvi gioia, gioia pura: che cuciniate, spazziate una strada, facciate l’amore o vinciate la lotteria.

Cerchi denaro? Qual è la tua paga? Chi paga la tua vita e con cosa? E quando? Per chi lavori?

Cerchi un rapporto d’amore? Qual è l’amore che desideri? Chi lo prova per te? Chi ami? Quando?

Vedrete da soli che è unica la risposta a cui potrete onestamente pervenire.



Dio non vi chiede di servirlo, ma di lasciarvi servire da lui affinché possiate scoprirvi tali a Lui. Perché proprio quando siete in difficoltà economiche, depressi, malati abbandonate l’unico aiuto che potete avere? Perché vi allontanate da Dio, dalla vostra divinità interiore, proprio quando vi tende una mano? Smettete di aver fede quando della fede potreste raccogliere i frutti;  smettete di amare proprio quando state per scoprire di poter vivere di solo amore… È interessante da qui: fate le stesse cose nelle vostre relazioni e nelle vostre cure mediche. Smettete di corteggiare una donna o un uomo proprio quando avete ottenuto la sua attenzione… proprio quando potreste moltiplicare l’intensità del vostro sentire in accordo con la condivisione che ora vivete. Smettete di prendervi cura di voi stessi proprio quando avete raggiunto uno stato ottimale di salute e potreste godere a pieno di quelle cure. Lo fate sempre. Vi interessa sopravvivere… vivere vi spaventa. Perché siete soliti dire: “ mi spaventa a morte?”  Non è una frase in accordo con ciò che fate. Dovreste invece dire:  “mi spaventa a vita”.

Sapete perché dite: “mi spaventa a morte”?  Perché ciò che vi spaventa davvero lo fa poiché minaccia ciò che voi chiamate ego, mente, personalità… vi spaventa andare oltre, vedere che l’ego muore e voi restate alla Vita eterna. Vi spaventa la vostra divinità, poiché rivelerebbe che non avete più bisogno di alcun Dio. I più consapevoli tra voi, i ricercatori dello spirito, in Dio cercano sempre conforto. A Dio si rivolgono per trovare pace e amore. A Dio.

 Restano, dinanzi a Lui, sempre su un gradino più in basso così da poter alzare il viso e scorgere una luce lontana; così da potersi rialzare e procedere ancora verso questo Dio. Ma Dio non è in nessun luogo lontano da raggiungere. E non è  Dio che dovete infine cercare, non più di quanto non dobbiate fare con voi stessi. Non è di nessun Dio che avrete bisogno… finché avrete bisogno di un Dio… ci sarete voi da una parte e Dio dall’altra. Non è questo l’Uno. L’Uno è di riconoscervi come Dio. Voi cercate continuamente di farvi benvolere da questa energia, questa intelligenza che chiamate Dio… siete egocentrici in questo! Siete come un bimbo grazioso che fa di tutto per compiacere i genitori. Gentile, buono, educato… ma figlio… E a servizio!

Perché Dio dovrebbe non volervi bene? Perché dovreste meritare il suo amore? Il suo è amore incondizionato,: l’Amore è incondizionato! Prescinde dal vostro agire o dal vostro pensare. Non è per avvicinarvi a Dio che siete stati creati. Ma per scoprirvi Uno con esso, per scoprirvi Dio.

Voi agite sempre come se ci sia qualcosa da guadagnare o da perdere. Come potrebbe un Dio togliervi qualcosa? Che motivo avrebbe? Per punire l’imperfezione di qualcosa che egli stesso ha creato?

Non fate qualcosa per essere felici: siate felici e basta. Non cercate gratificazioni: siate pieni di gratitudine. Non fate qualcosa per amore del prossimo, siate Amore. Non iniziate una relazione perché vi siete innamorati, perché avete reagito a qualcosa… perché siete sotto l’effetto di qualcosa: iniziate una relazione perché la scegliete.


Non siate l’effetto dell’esperienza, accorgetevi di esserne la causa.

Sara Ascoli
Sii Reale
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